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03 Agosto 2025

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Strage di Bologna, la piazza fischia La Russa e Bernini lascia la prima fila

Strage di Bologna, la piazza fischia La Russa e Bernini lascia la prima fila

 La contestazione alla ministra Anna Maria Bernini nel cortile di Palazzo D’Accursio, i fischi in piazza quando vengono nominati il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e la premier Giorgia Meloni.

Bologna, almeno quella che ricorda la strage della Stazione, continua a non fidarsi tutto del governo. Si stringe invece, attorno all’associazione dei familiari delle vittime, con l’ultimo discorso da piazza Medaglie d’oro del presidente uscente, Paolo Bolognesi, sottolineato più volte dagli applausi di quanti, anche quest’anno, si sono accalcati sotto al palco per ricordare gli 85 morti e gli oltre 200 feriti causati dalla bomba piazzata da un commando neofascista nella sala d’aspetto della stazione centrale.

 

Applausi quando Bolognesi ripercorre i legami con l’Msi di molti dei protagonisti della stagione del terrorismo nero. I fischi quando ricorda la partecipazione di La Russa al funerale di Nico Azzi interrompono il discorso dell’ex parlamentare.

ANNA MARIA BERNINI LASCIA LA PRIMA FILA

“Mi avete fatto perdere il filo”, scherza Bolognesi, che procede dritto come un treno, snocciolando nomi e cognomi per ricostruire i legami tra il Movimento sociale italiano e la destra eversiva che, sostiene il presidente onorario dell’associazione dei familiari, si allunga fino ad oggi. Proprio in dissenso rispetto alle parole del presidente dell’associazione, la ministra Anna Maria Bernini si è allontanata dalla prima fila, da dove stava assistendo al discorso, retrocedendo, pur rimanendo sul palco fino alla fine della cerimonia (come ha poi tenuto a precisare).

“In questi lunghi e faticosi anni, la nostra battaglia non è mai stata né mai sarà una battaglia ideologica: quando più di 40 anni fa, noi parenti delle vittime e feriti della strage del 2 agosto ’80 ci siamo uniti in associazione, lo abbiamo fatto col puro intento di esercitare pienamente il nostro diritto di sapere come sono realmente andate le cose”, rivendica Bolognesi, che strappa un’ovazione quando ricorda il primo presidente dell’associazione, Torquato Secci, “un grande uomo, che qui aveva perso suo figlio, è stato per noi come un padre. Con lui abbiamo affrontato e superato tanti ostacoli, e molte delle vittorie ottenute dopo la sua scomparsa sono maturate grazie ai semi piantati con lui”.

Fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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